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Centovent'anni sono passati da quelle oscure notti londinesi, eppure Jack è più vivo che mai, nei casi di cronaca, nei delitti seriali, nella nostra immaginazione. Diventato quasi idea platonica dell'omicida feroce e seriale. È stato quello che per primo è riuscito a coinvolgere l'opinione pubblica nei suoi feroci delitti e sicuramente il primo a diventare un caso internazionale grazie al massiccio interessamento della stampa. Il primo a smuovere un'intera popolazione alla richiesta di protezione. Nelle nostre menti Jack lo Squartatore rappresenta ancora quello che lo scrittore americano Christopher-Micheal Digrazia ha definito il 'grande mistero vittoriano'. Una sorta di puzzle la cui soluzione è ormai impossibile da trovare, ma il cui premio è un piccolo tassello in più da aggiungere a quelli già presenti. Un gioco da investigatore da tavolino che ci riporta a un'altra epoca, a una Londra fumosa e oscura, agli anni dei primi passi di un altro investigatore, quello che abitava al 221 di Baker Street: Sherlock Holmes, che aveva debuttato solo un anno prima degli omicidi nel "Christmas Annual" della signora Beeton, prima di trasferirsi sulla più nota rivista "Strand".